Caffè solo al mattino? Il cardiologo rivela il trucco per una vita più lunga

Per molti, iniziare la giornata con un buon caffè è una vera e propria necessità per trovare la giusta energia e affrontare le sfide quotidiane. Tuttavia, non mancano i pregiudizi che vedono il caffè come una bevanda da evitare, soprattutto per chi soffre di ipertensione o patologie cardiache. Ma è davvero giustificata questa reputazione negativa, o si tratta di un’esagerazione nei confronti di una delle bevande più amate al mondo?

Questione di misura

Numerose ricerche scientifiche hanno evidenziato che è l’abuso di caffè a poter peggiorare alcune condizioni cardiovascolari. È fondamentale, in presenza di particolari patologie, rivolgersi sempre al proprio medico di fiducia. Detto ciò, è interessante notare che un consumo moderato, pari a due o tre tazzine al giorno, potrebbe addirittura esercitare un effetto protettivo su cuore e arterie.

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Studi recenti suggeriscono che un’assunzione controllata di caffè può favorire una migliore circolazione sanguigna, riducendo il rischio di arteriosclerosi e ritardandone la comparsa. La caffeina, infatti, tende ad accelerare il battito cardiaco e, in un cuore sano, questo effetto può rappresentare una sorta di allenamento benefico per il muscolo cardiaco.

Inoltre, il caffè è ricco di acido clorogenico, una sostanza che, se assunta con moderazione, può contribuire a mantenere la pressione arteriosa sotto controllo nel lungo periodo. Al contrario, un consumo eccessivo può invece innalzarla. In definitiva, il caffè non è necessariamente dannoso, nemmeno per chi ha problemi cardiaci: tutto dipende dalla quantità consumata quotidianamente.

Quante volte al giorno?

La quantità ideale di caffè da assumere ogni giorno è ancora oggetto di dibattito, ma generalmente si ritiene che bere una tazzina al mattino, una dopo pranzo e una nel pomeriggio – per un totale di tre – sia una scelta equilibrata. Alcuni esperti fissano il limite massimo consigliato a 400 mg di caffeina al giorno, corrispondenti a circa 5 o 6 tazzine.

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Molti cardiologi e gastroenterologi concordano nel suggerire di non superare le tre tazzine giornaliere, preferibilmente dopo i pasti. Il caffè, infatti, assunto a stomaco vuoto può irritare la mucosa gastrica e stimolare eccessivamente la produzione di succhi gastrici, favorendo disturbi come la gastrite.

Un consumo eccessivo di caffè a digiuno può provocare tachicardia e problemi digestivi; per questo motivo, è meglio accompagnarlo con qualche alimento o consumarlo dopo i pasti principali. Bisogna inoltre considerare l’impatto della caffeina sulla qualità del sonno: sebbene alcune persone non risentano di disturbi anche bevendo caffè fino a sera, in generale la caffeina può interferire con il riposo notturno.

Amaro o zuccherato?

Il caffè si presta a infinite personalizzazioni: espresso, moka, lungo, corto, con latte, zuccherato o amaro. L’importante è evitare di aggiungere zuccheri o grassi in eccesso a ogni tazzina, poiché ciò equivarrebbe a consumare un dolce ogni volta. Meglio ridurre la quantità di zucchero, senza necessariamente ricorrere agli edulcoranti.

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Come recitava un celebre slogan pubblicitario, il caffè è un piacere da gustare secondo i propri gusti. Per quanto riguarda il decaffeinato, è importante sapere che non è completamente privo di caffeina, ma ne contiene una quantità molto ridotta. Tuttavia, un consumo eccessivo di decaffeinato può comunque portare a un’assunzione significativa di caffeina.

Chi soffre di tachicardia o aritmie dovrebbe sempre consultare uno specialista prima di assumere caffè o decaffeinato. Per tutti gli altri, il caffè può essere consumato nelle quantità suggerite, facendo attenzione anche alle fonti “nascoste” di caffeina.

Dal cappuccino al tiramisù

Bevande come cappuccino, caffellatte, mokaccino e simili contengono caffè in quantità variabili. Anche il gelato al caffè, seppur con una dose minima di caffeina, dovrebbe essere evitato da bambini e da chi non può assumere caffeina per motivi di salute.

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Il tiramisù, celebre dolce italiano, contiene caffè nella bagna dei savoiardi, sia nella versione classica che in quella decaffeinata. Se il caffè è controindicato, si possono scegliere alternative come l’orzo solubile o il latte e cacao, per non rinunciare al piacere di una bevanda calda e aromatica.

In conclusione, il caffè non è un nemico della salute cardiovascolare; anzi, se consumato con moderazione, può apportare benefici alla circolazione e al benessere del cuore. Come per ogni cosa, è la quantità a fare la differenza: meglio attenersi al limite che il proprio organismo tollera e godersi ogni tazzina con consapevolezza.

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