
Il magnesio è un elemento essenziale per il nostro organismo. Tuttavia, non siamo in grado di produrlo da soli, perciò occorre integrarlo dall’esterno, con un’alimentazione bilanciata e, laddove necessario, anche con l’integrazione. Gli scienziati hanno rilevato che sono centinaia le reazioni enzimatiche per le quali il magnesio è fondamentale.
Sintomi da carenza
Spesso, se ci sentiamo stanchi o affaticati, automaticamente tendiamo a dare la colpa a un periodo particolarmente intenso e stressante. Il che ha anche un senso logico e una base solida, ma se questo senso si stanchezza si accompagna a crampi, inappetenza e insonnia… allora forse c’è una carenza di magnesio.

I crampi non necessariamente si manifestano durante uno sforzo fisico intenso o quando si fa attività sportiva: spesso non hanno una causa meccanica, tant’è che si verificano spesso di notte, quando il corpo è a riposo. Ciò significa che la muscolatura non riceve il minerale di cui necessita per funzionare e rilassarsi al meglio.
Proprio per questo, tra i sintomi più gravi che si possono citare dovuti alla carenza di magnesio, ci sono quelli legati al sistema cardiocircolatorio. Anche i muscoli involontari come il cuore, in effetti, hanno bisogno di tutte le componenti nutrizionali per essere sempre al top. Anche l’insonnia è causa diretta di un ritmo circadiano alterato.
Magnesio multitasking
Possiamo quindi dire che il magnesio ha veramente molteplici utilità a livello trasversale nel nostro organismo. Persino uno stato di inappetenza, episodi di vomito o alterazioni gastrointestinali sono diretta conseguenza di livelli bassi del minerale. Pare che la carenza di magnesio possa anche cagionare disturbi dell’umore ed essere quindi la causa dello stress.

Chi ha bassi livelli di magnesio, infatti, può sperimentare stati di forte ansia, alternati ad altri di particolare nervosismo, con umore ballerino che dalle donne potrebbe essere scambiato per una sindrome premestruale, ad esempio. E se la questione ormonale è comunque da tenere sotto controllo, un’analisi accurata per i livelli del magnesio è quantomeno auspicabile.
Se le analisi del sangue rilevano una quantità di magnesio inferiore ai 0,75 mg/dl, allora occorre intervenire prima che la sintomatologia possa peggiorare causando danni anche peggiori, come i citati cardiovascolari, le convulsioni e disturbi di tipo neurologico. Le cause dell’ipomagnesemia sono molteplici e andrebbero eliminate e controllate.
Cause scatenanti
Una delle cause più note che portano a una carenza di magnesio è un’alimentazione scorretta, povera di nutrienti essenziali tra i quali proprio il magnesio. Tutte le verdure a foglia, i cereali integrali, i legumi, la frutta come le banane e quella secca contengono buone quantità di magnesio. Dovrebbero perciò far parte di un regime alimentare costante.

La buona notizia è che si trova persino nella cioccolata fondente! Un’altra causa è l’abuso di bevande alcooliche, che sarebbe sempre da evitare per svariate ragioni. Talvolta sono dei medicinali a causare un abbassamento dei livelli di magnesio: tra questi, l’uso continuativo di inibitori della pompa protonica per gestire gastrite e reflusso.
La cura antibiotica, se necessaria, porta inevitabilmente a una serie di disturbi e carenze, tra cui proprio quella di magnesio. Occorre quindi integrare con probiotici o altri prodotti che contengano anche tale elemento. Altre patologie intestinali, come il Morbo di Crohn, causano malassorbimento e quindi abbassamento dei livelli di magnesio.
Dieta e stile di vita
Come sempre, al fine di apportare al nostro organismo tutti i nutrienti necessari, non serve fare diete drastiche o particolari. L’importante è che siano presenti tutti quegli elementi indispensabili al nostro benessere, in special modo quelli che non possediamo “di default” come il magnesio. E consumare frutta e verdura è sempre una buonissima abitudine.

La soglia d’attenzione ai segnali del corpo non va mai abbassata e non sempre ricondurre uno stato di stanchezza, confusione mentale e insonnia allo stress è corretto. Soprattutto se ciò si verifica per un tempo prolungato. Basta un’analisi del sangue sotto consiglio medico per valutare la possibilità di una carenza.
Per quanto concerne la soluzione alla problematica, si può ovviare sicuramente con l’alimentazione, lasciando al nutrizionista la decisione di aggiungere o meno l’integrazione, ma bisogna anche eliminare i fattori di rischio o quantomeno limitarli: tra di essi, oltre al consumo di alcool, vi è anche un’attività fisica fin troppo intensa.