Il digiuno intermittente è adatto a tutti? Ecco a chi è sconsigliato

Il digiuno intermittente non è oramai una particolare novità, e risulta essere spesso preso in considerazione in specifiche condizioni di salute, ma non è ovviamente adatto ad ogni condizione, anche perchè non esiste un unico modello di questo tipo di digiuno controllato.
Chi può farne ricorso, e quando? E chi invece non dovrebbe assolutamente?

Digiuno intermittente: definizione

Spesso legato a diete dimagranti o di carattere riabilitativo, il digiuno intermittente è esattamente ciò che definisce, ovvero una condizione di alimentazione che non fa ricorso specifico ad alimenti come consentiti o “vietati” ma che pone l’accento sulle tempistiche. Quindi risulta essere attivo con delle ore nelle quali è consentito il consumo di cibo, ed altre invece dove questo non è possibile.

Difficile definire la “nascita” ufficiale del digiuno intermittente che può essere più o meno prolungato, tuttavia si tratta di una forma di abitudine comune in varie culture e che viene adottata anche con fini non spiccatamente “dimagranti” (ad esempio religiosi o comunque culturali). In diversi casi, anche testimoniati dalla scienza moderna la regolamentazione tempistica della dieta è efficace.

Spesso definito in modo generale come un metodo per ritornare in forma ma anche per acquisire delle forme di abitudini generalmente più sane per l’organismo, il digiuno intermittente non significa per forza “mangiare meno” ma deve essere interpretato con resposabilità, migliorando il diretto rapporto che abbiamo con il cibo.

I benefici del digiuno intermittente

Esistono vari tipi di digiuno intermittente, ad esempio quello 12/12 che prevede quindi una separazione precisa tra le ore, durante le quali in 12 è consentito il consumo di cibo, nelle restanti 12 invece questo è assolutamente non previsto (se non la presenza di assunzione di acqua).
Comune anche il sistema 16/8 dove 16 sono le ore di digiuno, intervallate da 8 ore dove il cibo deve essere integrato

La principale motivazione è legata alla perdita di peso, o meglio ad una più regolare forma di “aggiustamento” del metabolismo. “Educando” in questo modo il corpo ed abituandolo a condizioni controllate di cicli di digiuno possiamo con l’aiuto di un nutrizionista / medico, possiamo ottenere un controllo migliore sul peso ma non solo.

In diversi casi sono stati dimostrati miglioramenti nel contrasto a diverse malattie come legate al contesto cardiaco o nervoso ma anche ad una più efficace risposta immunitaria generale. Inoltre aumenta la risposta antinfiammatoria dell’organismo, oltre ad avere potenzialmente effetti positivi contro l’eccesso di glicemia e di colesterolo nell’organismo.

Digiuno intermittente, a chi è sconsigliato?

Naturalmente in senso generale il digiuno controllato non è adatto ad ogni forma di individuo, che differisce in modo anche sostanziale l’uno dall’altro. In senso generale è sconsigliato alle donne incinte oppure sottoposte ad allattamento, oltre a chi è in sviluppo formativo (bambini ed adolescenti) oltre agli anziani, oltre a chi si trova in una condizione di sottopeso.

In senso generale chi ha problemi di tipo alimentare non dovrebbe fare ricorso a questo tipo di digiuno, che può peggiorare ulteriormente una situazione già non equilibrata. E’ anche da evitare, salvo differente consiglio medico, il digiuno controllato da parte di chi soffre problemi al sistema tiroideo, quindi alla tiroide.

Infine anche chi soffre di problemi legati in qualche modo al contesto alimentare come i diabetici dovrebbero evitare indiscrinatamente di procedere con questo tipo di digiuno senza aver prima effettuato specifici test.
Seppur utile per regolamentare la glicemia, il digiuno controllato non è adatto ad ogni paziente che presenta una irregolarità glicemica.

Cose da ricordare

Il digiuno intermittente non è qualcosa di così complicato ed è molto legato alla forza di volontà, ma non prevede alcun effetto positivo se non viene rispettato, ovviamente dietro il consiglio di un esperto in materia. “Sgarrare” compromette l’intero senso del digiuno, così come nutrirsi poi in modo eccessivo nelle ore di nutrizione consentita.

Non è infatti possibile “ingannare” il nostro metabolismo, mangiando di più o troppo a lungo nei periodi di cibo consentito. Inoltre conviene sempre fare ricorso ad alimenti ricchi di nutrienti, evitando quelli processati o industriali. Non devono mancare mai vitamine, proteine, ma anche fibre ed un costante apporto di acqua, anche durante il digiuno.

Diversificare è una necessità più che una scelta, si tratta infatti di una serie di comportamenti che non deve essere associata alla prevalenza di alcune categorie di cibo piuttosto che altre. Una dieta equilibrata è fondamentale se siamo intenzionati a provare il digiuno intermittente, evitando però di rimuovere e quindi saltare i pasti.

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