
Il grano saraceno corrisponde ad uno dei principali alimenti identificati come cereali il cui consumo pur essendo decisamente antico, è tornato ad essere considerabile “in aumento” negli ultimi anni, con la presenza maggiore in determinate diete, e spesso utilizzato anche come farina vera e propria.
Perchè risulta essere consigliabile introdurre il grano saraceno nell propria dieta?
Da dove arriva il grano saraceno?
Il grano saraceno viene sviluppato attraverso la raccolta e la preparazione dei semi di una pianta che in realtà non fa parte del gruppo di quelle impiegate per le farine, ovvero conosciute in passato come Graminacee, quindi sostanzialmente non è considerabile un cereale, pur essendo impiegato da secoli in modo simile.

Diffusa presso le regioni temperate, in particolare quelle continentali, la Fagopyrum esculentum è una forma di pianta dalla caratteristica erbacea, abbastanza resistente, di crescita e raccolta annuale che presenta un ramo sottile che si staglia verso l’alto. Questa produce fiori e soprattutto semi, proprio questi per alcuni mesi l’anno sviluppano gli elementi impiegati per l’alimentazione.
Molto poco conosciuto in Occidente fino al Medioevo, intorno al 15° secolo ha iniziato a diffondersi, a dispetto del nome non ha una chiara provenienza medio orientale o “araba” anche se probabilmente la nomenclatura deriva dalla presenza di questo “simil cereale” grazie ai mercanti di origine araba durante l’epoca delle esplorazioni, dopo quella medievale.
Grano e grano saraceno: differenze
Le differenze con il grano sono alla base: il grano saraceno non è un cereale mentre le varie forme di grano si, il primo tipo di differenza che appare evidente è l’assenza di glutine, quindi il saraceno è molto spesso consumato da parte di chi soffre di celiachia. Ha un ottimo contenuto di proteine seppur minore rispetto ad alcuni cereali e presenta una buona complessità di amminoacidi.

Ha un ottimo effetto sulla circolazione sanguigna, in quanto può ridurre sensibilmente la pressione arteriosa ed impattare, naturalmente all’interno di una dieta equilibrata, anche sul controllo del colesterolo e sulla glicemia.
L’indice glicemico è inoltre generalmente inferiore rispetto alla maggior parte delle tipologie di grano impiegate nell’alimentazione umana.
Il contenuto di calorie è comunque molto simile, mentre è maggiore il contenuto di fibre rispetto ai cereali, generalmente è paragonabile a quelli integrali che presentano quindi una presenza di elementi che sono solitamente scartati nelle farine raffinate.
Questo rende il grano saraceno più adatto a diete dimagranti specifiche, essendo più saziante del grano tradizionale.
Come cucinarlo
Non è un cereale, ma può essere consumato in modo altrettanto diversificato, ad esempio in varie insalate, paste e risotti direttamente in chicchi. Questi quasi sempre devono essere sottoposti ad una sorta di “bagno” oppure tenuti sotto l’acqua corrente così da renderli maggiormente digeribili e “puliti”, mentre tra le forme di cottura possiamo avere una buona scelta.

La forma più comune per il consumo umano è quella della bollitura, tradizionalmente è sufficiente bollire i chicchi di grano saraceno in abbondante acqua fino a renderli sufficientemente teneri e digeribili per gli esseri umani, solitamente bastano circa 20 – 25 minuti (l’acqua deve essere almeno il doppio del volume del prodotto).
Alternativamente possiamo impiegarlo direttamente in padella, assieme a prodotti come i vegetali, oppure in prodotti da forno, come pane, pizza e simili, in quanto se sminuzzati e resi di fatto simili a farine, i chicchi di grano saraceno sono assolutamente in grado di sostituire per consistenza la farina in senso effettivo.
Benefici e controindicazioni del grano saraceno
Ha una ottima digeribilità, ed integrato anche giornalmente in varie preparazioni come insalate, zuppe, risotti in forma effettiva, ma anche se impiegato come farina, alternativa ai composti farinacei, può assolvere compiti di un controllo glicemico piuttosto interessante.
La presenza di fibre favorisce il tratto intestinale e la regolarità dello stesso.

Il grano saraceno da il meglio di se in ambito alimentare se viene affiancato ad altri composti di origine vegetale, come verdure, frutta e legumi, oppure a carni, non dovrebbe prendere in toto, salvo disposizioni da parte del medico molto precise, il posto di cereali veri e propri.
Sono conosciuti anche alcuni effetti collaterali.
Il principale è legato all’eccesso di questo prodotto, che può portare a problemi digestivi, legati alla tossicità di alcuni elementi (sono non così infrequenti le condizioni di allergie), ad esempio la presenza di acido fitico che di per se non è problematico, in quantità eccessive può annullare la presenza di sali minerali.