Figli di genitori separati: ecco il pediatra svela tutta la verità che nessuno dice

La figura del pediatra rappresenta il punto di riferimento medico per i minori, svolgendo un ruolo fondamentale soprattutto durante le delicate fasi dello sviluppo infantile. In presenza di figli di genitori separati, emergono questioni particolari e specifiche implicazioni legali, che coinvolgono sia l’aspetto della cura sia quello del consenso informato, in relazione alla nuova situazione familiare.

L’impatto della separazione

La separazione dei genitori costituisce un evento complesso e spesso doloroso per tutti i membri della famiglia, ma lo è in misura ancora maggiore per i minori, anche dal punto di vista medico. In questi casi, il pediatra assume un ruolo non solo sanitario ma anche di figura di riferimento e supporto emotivo, risultando prezioso durante le fasi di crescita, già di per sé caratterizzate da profondi cambiamenti e sfide evolutive.

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Proprio per questo, la presenza attenta e partecipe del pediatra diventa ancora più importante nelle fasi immediatamente successive alla separazione. Anche quando i genitori gestiscono la situazione con la massima sensibilità, la separazione rappresenta comunque per il bambino un evento potenzialmente traumatico, principalmente a causa dei numerosi cambiamenti che ne conseguono.

Tra le principali manifestazioni che possono emergere nei figli di genitori separati, anche a distanza di anni dall’evento, si riscontrano una minore propensione all’empatia, difficoltà nell’impegno scolastico e una ridotta partecipazione ad attività sportive o ricreative, segnali che possono indicare un disagio emotivo legato alla nuova realtà familiare.

I sintomi delle problematiche della separazione sul bambino

Durante la fase evolutiva della personalità, che generalmente prende avvio con la preadolescenza, qualsiasi cambiamento significativo – anche quelli che il minore non percepisce come direttamente causati da sé – può avere un impatto rilevante. Tali eventi possono compromettere la fiducia in se stessi e, di conseguenza, la capacità di instaurare relazioni sociali e di affidarsi agli altri.

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Non sono infrequenti i casi di bambini e adolescenti che, a seguito della separazione dei genitori, tendono a isolarsi, riducendo drasticamente la socialità e ricorrendo a modalità comunicative evasive. Spesso, questa chiusura è accompagnata da un senso di colpa, con il minore che, pur senza fondamento, attribuisce a sé stesso la responsabilità della rottura familiare.

Si tratta di una problematica sempre più diffusa e in crescita: negli ultimi dieci anni, la percentuale di figli che hanno vissuto una separazione, un divorzio o una situazione di fragilità familiare è aumentata in modo significativo, più che raddoppiando rispetto ai primi anni 2000.

Il ruolo del pediatra

Il pediatra, in quanto medico di riferimento per il minore, svolge un ruolo centrale, poiché il bambino non possiede ancora l’autonomia necessaria per prendere decisioni sanitarie. In quasi tutti i casi, il pediatra necessita del consenso di entrambi i genitori, anche se questi sono separati o divorziati, per poter intervenire in modo completo e appropriato.

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Solo in circostanze particolari, come la perdita della potestà genitoriale da parte di uno dei genitori, l’impossibilità o il decesso di uno di essi, la responsabilità ricade su un solo genitore. Per quanto riguarda le visite di routine e i controlli standard, il pediatra può spesso consultare anche un solo genitore.

Nel caso in cui il minore non conviva con uno o entrambi i genitori, oppure sia ospitato in una struttura come un istituto o una comunità, il consenso per il trattamento medico può essere fornito anche da una figura responsabile della struttura, purché sia stata ottenuta l’autorizzazione preventiva dai genitori.

Situazioni di opposizione

La normativa vigente è piuttosto chiara riguardo alle decisioni relative ai trattamenti sanitari sui minori: il bambino non ha, nella maggior parte dei casi, la facoltà di opporsi a scelte mediche ritenute necessarie. Qualora sia richiesto un intervento medico indispensabile, lo Stato, tramite la Procura della Repubblica Italiana, può intervenire e superare la volontà dei genitori, garantendo così la tutela della salute del minore.

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In questo contesto, il pediatra si conferma una figura di primaria importanza, spesso chiamata a svolgere anche il ruolo di mediatore tra le parti – i genitori separati o in fase di separazione – e, sempre più frequentemente, anche nei confronti del minore stesso, per aiutarlo a superare le difficoltà emotive e relazionali che possono emergere.

Negli ultimi anni, il numero dei pediatri in Italia è in costante diminuzione, con una riduzione di diversi punti percentuali rispetto all’anno precedente: attualmente se ne contano poco meno di settemila. Questa tendenza, dovuta a molteplici fattori, rispecchia una situazione analoga anche in altri Paesi europei.

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